La strega delle pietre

Autore: Anna Rasche

Casa editrice: Ne/oN

Data di pubblicazione: 6 Novembre 2024

Genere: Fantasy, Historical fiction

Numero pagine: 384

Trama
Scrittura
Personaggi

Trama

Sfruttando i poteri nascosti delle pietre preziose, Ginevra è in grado di guarire i malati. Ma è un dono che è anche una maledizione – condannata come strega, viene cacciata da Firenze. È il 1348. L’esilio di Ginevra dura da quasi dieci anni quando viene convocata di nuovo a Firenze. La peste nera sta devastando l’Italia, e gli stessi uomini che l’hanno cacciata implorano il suo ritorno. Ginevra acconsente a tornare, certa che, finalmente, le sue cure non ortodosse saranno accettate: c’è pur sempre un’epidemia in corso. Ma la missione che le viene affidata è, invece, molto diversa: dovrà usare la sua collezione di pietre per rintracciare un ladro che sta saccheggiando le chiese di Firenze alla ricerca di reliquie dal valore inestimabile – l’unica speranza di protezione per la città. Se dovesse riuscire in questa missione sarà finalmente riconosciuta come medica, e non sarà mai più accusata di stregoneria. O forse no.

“Chiudi gli occhi e ascolta. E dimmi ciò che sai.”

La strega delle pietre

Recensione

Genova 1330: la piccola Ginevra viene mandata a fare da apprendista da Monna Vermilia, un’anziana guaritrice che ha colto il potere sopito nella bambina e che inizia ad istruirla sui poteri nascosti delle erbe e degli infusi che prepara e che le vengono richiesti dai cittadini per i più svariati motivi. Passano gli anni e Ginevra, diventata adolescente, viene mandata a Firenze presso un convento in cui viveva la cugina di Vermilia; affidata alle cure e alla tutela di Agnesa, la giovane inizia la sua vita tra le mura del convento, aiutando le sorelle nella gestione della vita quotidiana, facendo commissioni per loro e prestando il suo aiuto con le donne gravide che cercavano rifugio al convento fino al momento del parto. Proprio durante il difficile travaglio di una donna, Ginevra seguendo il suo istinto utilizza il potere di una pietra che aveva con se da diverso tempo salvando la partoriente ed il bambino; Agnesa percepisce così il potere che la ragazza ha dentro di se e capisce che è finalmente giunto il momento che le aveva anticipato sua cugina Vermilia: Ginevra deve apprendere l’arte della magia delle pietre. La giovane inizia il suo percorso di formazione all’arte magica delle pietre ma Agnesa le ricorda continuamente che quanto le sta insegnando deve rimanere segreto, mai Ginevra dovrà praticare la magia alla luce del sole e mai dovrà farsi vedere in quanto la gente non capirebbe e l’accuserebbe di essere una strega. Ginevra non comprende fino in fondo questa necessità di segretezza e la paura della monaca, tuttavia si attiene agli insegnamenti e alla parola data apprendendo e studiando di nascosto le pietre e le loro magiche capacità. Ginevra cresce e con lei cresce la sua arte magica finché un giorno a Firenze inizia a diffondersi una strana epidemia che sembra essere portata dall’acqua contaminata: le persone si ammalano e muoiono velocemente e non si trova alcun rimedio. La giovane decide così di trasgredire alla parola data ad Agnesa ed utilizza il potere di una delle sue pietre per intervenire e fermare il diffondersi della malattia; tra le persone che Ginevra riesce a salvare c’è anche il giovane Ludovico, un ragazzo di buona famiglia di cui la ragazza si era innamorata e che sembra ricambiare il sentimento. Purtroppo però il bisogno di aiutare della giovane la porterà a compiere un atto istintivo ed estremo che la esporrà in modo irreparabile e porterà l’inquisitore stesso ad intervenire facendola imprigionare. Sarà solo grazie all’intervento di uno zio di Ludovico che la giovane scamperà la pena di morte, verrà sfregiata in modo che chiunque possa identificarla come eretica ed infine viene esiliata da Firenze. Ginevra fa così ritorno a Genova dove apprende della morte dei suoi genitori e inizia la sua nuova vita di reietta e decide poi portare avanti l’antica professione di guaritrice di Vermilia. Passano 10 anni, la peste si sta diffondendo in Italia, la gente muore in ogni angolo, le città si svuotano e i pochi sopravvissuti vivono nella paura e nel sospetto affidando alla fede e alle preghiere le loro vite. Alla porta di Ginevra si presenta un giorno un giovane mandato dal Vescovo di Firenze in persona a chiedere alla giovane il suo ritorno presso la città toscana per fornire il suo aiuto. Anche se con diffidenza Ginevra accetta di tornare e una volta giunta a Firenze apprende il motivo della sua convocazione: le reliquie dei santi stanno scomparendo dalle chiese in cui vengono custodite e lei è l’unica che può girare per la città malata senza contrarre il morbo e quindi indagare su queste misteriose sparizioni. Ginevra decide di accettare la missione affidatale con la promessa che, in caso di successo, verrà revocato il suo esilio e il suo nome verrà proposto per l’ingresso nell’Ordine dei Medici e dei Guaritori, cosa che le darebbe la possibilità di esercitare la sua arte magica con le pietre senza andare incontro ad accuse di stregoneria. Nonostante abbia concordato con l’inquisitore di non utilizzare le sue arti magiche, Ginevra si trova subito nella condizione di dover infrangere la promessa per salvare Lucia, una giovane donna agonizzante per la peste che viene abbandonata dal marito proprio davanti agli occhi della strega. Tra le due donne nasce così un’amicizia e Lucia accetta di aiutare Ginevra nella sua missione. In una città devastata dalla malattia Ginevra e Lucia si lanceranno in una caccia all’uomo in un clima di superstizione, paura e fede che accompagnerà e minaccerà ogni loro passo.

“La strega delle pietre” è il romanzo di esordio della storica e gemmologa Anna Rasche e si presenta come un piacevole romanzo in cui però, purtroppo, la componente fantasy è minima e riveste quasi un ruolo marginale. Il romanzo si concentra molto sulla parte di credenze religiose e superstizioni e personalmente mi sarei aspettata più magia legata all’utilizzo delle pietre da parte di Ginevra, invece nel corso del libro si fa riferimento a poche pietre e solo alcune di esse vengono utilizzate. Al contrario, invece, è molto presente e resa bene la questione delle superstizioni e della religione: si coglie per tutto il libro la presenza di questo alone di superstizione, le credenze popolari si fondono con quelle religiose e contrastano con le paure del popolo derivanti dalla peste e dall’ansia di scontentare il santo di turno che per vendetta scatena nuove calamità.

I personaggi del romanzo possono apparire un po’ “poveri” di caratterizzazione, sembrano quasi accettare passivamente tutto quello che capita e ammetto che inizialmente questa cosa mi aveva un po’ indispettita; riflettendoci in un secondo momento però ritengo che questa scelta possa essere molto coerente con lo stile di vita e gli atteggiamenti dell’epoca, credo che sia una perfetta rappresentazione di come la gente potesse vivere una situazione di crisi e di paura come quella che si creò in occasione dell’epidemia di peste. Purtroppo però bisogna ammettere che nonostante sia una scelta corretta e coerente non aiuta a far provare particolare empatia al lettore con quello che sta succedendo ai protagonisti.

La scrittura è molto fluida, il libro si legge molto bene e piacevolmente, si coglie il grande lavoro di ricerca e documentazione fatto dall’autrice, però devo ammettere che lo sviluppo della trama mi ha lasciata un po’ con ‘amaro in bocca. La prima parte con l’alternarsi di passato e presente ci consente di conoscere Ginevra e la sua storia e introduce il motivo del suo ritorno a Firenze nonostante l’esilio, ci viene anche presentato un mistero da risolvere che sembra essere un buon trampolino di lancio per una ricerca magica, peccato che nello sviluppo della seconda parte del racconto, quando ci si concentra solo sugli avvenimenti presenti e sulla ricerca delle reliquie, non si assiste allo sviluppo atteso, sembra tutto frettoloso e si giunge forse un po’ troppo velocemente alla fine della storia.

In conclusione non posso dire di non aver apprezzato il romanzo, anzi la scrittura dell’autrice mi è piaciuta molto e l’idea di fondo era più che interessante, purtroppo però nella prima parte della lettura mi ero creata delle aspettative relativamente elevate che sono state un po’ deluse nello sviluppo della seconda parte della storia; non ho trovato quella componente magica che invece sembrano preannunciare i primi capitoli del libro. Nonostante ciò il libro è sicuramente una lettura piacevole e la consiglio a chi è appassionato di storia con un pizzico di fantasia perché sicuramente la troverebbe un’opera valida e molto probabilmente la apprezzerebbe più di quanto abbia fatto io.

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